Nel corso del sedicesimo secolo la figura del segretario viene posta al centro di una prima ampia riflessione teorica in tutta Europa e in Italia. Numerosissimi gli studi per comprendere il carattere ibrido di questa funzione, in un secolo, come il Cinquecento, in cui le professionalità iniziano a profilarsi e a definirsi in rapporto a quella macchina burocratica che sarebbe presto divenuta propria dello “Stato moderno”.
Il volume tenta di mettere a fuoco l’expertise che il segretario del Cinquecento poteva fornire in materia di politica culturale, sondare il margine di manovra, di libertà che gli è concesso dai principi, soprattutto considerando la statura intellettuale di alcuni segretari, che furono, a loro volta, collezionisti e committenti, promotori e patrocinatori di artisti e altri letterati. Il ruolo e il posto del segretario sono definiti con maggiore chiarezza per realtà come la Spagna e la Francia, dove la macchina del sistema “statale” centralizzato è ormai avviata; lo stesso non si può dire della penisola italiana, dove non casualmente il dibattito è più vivo.
Della molteplicità di situazioni italiane il volume intende rendere conto, presentando figure segretariali provenienti da contesti diversi e attive lungo tutto l’arco del secolo: da Bernardo Dovizi da Bibbiena e Goro Gheri, all’inizio del secolo, alle più tarde esperienze di Bonifacio Vannozzi e Francesco Angeloni, fino al caso eccezionale del musicista Alfonso Fontanelli.

Con contributi di: Giovanni Muto (prefazione), Matteo Provasi, Marcello Simonetta, Andrea Guidi, Silvia Ginzburg, Hélène Miesse, Claudia Marconato, Paolo Procaccioli, Antonio Geremicca, Oscar Schiavone, Marco Calafati, Emanuele Pellegrini, Cristiano Amendola, Marzia Giuliani, Veronica Carpita, Miguel Palou Espinosa e Letizia Mafale.

Antonio Geremicca e Hélène Miesse (dir.), Essere uomini di “lettere”. Segretari e politica culturale nel Cinquecento, Firenze, Franco Cesati Editore, 2016.

TÉLÉCHARGEMENTS

Table des matières

LIENS

Vers le site de l’éditeur