IL CARTEGGIO DI JOHANNES W. GAYE

Il celebre Carteggio inedito d’artisti dei secoli XIV, XV, XVI (3 voll., Florence, 1839-1840) è un’ampia silloge di lettere editate da Johannes W. Gaye che, trasferitosi in Italia, condusse ricerche in archivi e biblioteche, raccogliendo numerosi documenti.

La sua antologia è un’opera pionieristica, vero e proprio preludio alla stagione delle grandi raccolte epistolari di artisti che fiorì in Italia durante il secondo Ottocento (Bottari, Gualandi, Milanesi, Gotti). Storico formatosi all’Università di Kiel, avendo trascorso la maggior parte della sua carriera in Italia, Johannes W. Gaye (Tonning, 1804 – Firenze, 1840) aveva capito precocemente che la storia dell’arte non può essere fatta solo sulla base di testi teorici e programmatici, ma anche avvicinando la vita quotidiana degli artisti, siano essi figure anonime, ancora poco distinte da quella dell’artigiano, oppure individui affermati, che rivendicano un ruolo di intellettuali nella società italiana del Cinquecento inoltrato.

Per quanto i testi riuniti da Gaye siano di natura diversa (statuti di corporazioni, testamenti, biografie d’artisti…), la lettera è al centro della raccolta, rendendo così evidente l’interesse che la produzione epistolare degli artisti e delle numerose figure che gravitavano attorno a loro (mercanti d’arte, segretari, mecenati, letterati, storici, incisori, stampatori ecc.) riveste per la ricostruzione di un periodo chiave della storia dell’arte moderna, dal XIV all’inizio del XVII secolo. L’abbondanza di documenti permette altresì di approcciare una grande varietà di artisti e di ambiti culturali (Firenze, Venezia, Bologna, Mantova, ecc.).

Diverse generazioni di storici dell’arte italiana hanno attinto al Carteggio di Gaye. A dire il vero, dell’antologia Gaye si può a tutt’oggi fare a meno solo quando la produzione epistolare di artisti celebri (come Michelangelo, Vasari o Tiziano) sia stata oggetto di edizioni specifiche.

Ma il Carteggio non è esente da imperfezioni, imputabili essenzialmente all’epoca della sua costituzione. Partendo dalla constatazione che il lavoro di Gaye presenta debolezze sul piano filologico e che esso omette numerose precisazioni importanti, di natura paleografica e codicologica, il progetto EpistolART si è incaricato di farne una nuova edizione che ne correggesse le maggiori imperfezioni, mostrando nel contempo l’importanza di risalire alla fonte documentaria. Siamo infatti convinti che è solo a partire da un testo sicuro, la cui materialità sia considerata alla stessa stregua dei contenuti di cui è portatore, che possono essere condotte analisi scientificamente fondate.